Di fronte all’ipocrisia di un paese che si definisce cattolico, che si batte per il presepe ed il crocifisso, io ho paura. Radici che la destra vorrebbe fossero anche dell’Europa perché insite nella propria storia, dimenticando le invasioni, i saccheggi e lo sfruttamento che le sue nazioni fondanti hanno perpetrato nei secoli all’Africa. Ma ho paura anche di tutti quegli Stati che ci guardano inermi e godendo a loro insaputa del plauso degli italiani che vorrebbero un’Italia che si comportasse come loro. Ecco, se l’Italia che dice no è razzista, gli altri Stati che ci girano le spalle sono disumani.
Ho paura anche di questo Governo, del Ministro Salvini, che usa la forza e le forzature ancor prima delle parole e della diplomazia, del Ministro Di Maio, che (spazio lasciato appositamente vuoto), del Presidente Prof. Conte, che si gode solo gli onori della carica e non gli oneri: né di destra, né di sinistra vuol dire destra.
Ma ho molta più paura degli italiani che di quei 629 migranti. Sbizzarritevi pure, chiedendovi però un po’ più di originalità rispetto ad “allora li portiamo a casa tua”: casa mia è questo Stato e questo Stato deve trovare una soluzione diplomatica senza giocare con la pelle degli esseri umani.